Sua Maestà, il pub. Storia e curiosità sui pub inglesi
- Laura Mattei
- 1 ago 2024
- Tempo di lettura: 12 min

Il pub è uno dei simboli del Regno Unito e, in particolare, della campagna inglese.
Non credo esista una persona in Inghilterra che non sia entrata almeno una volta in un pub per bersi una birra, giocare a freccette o gustarsi un pasto a base di hamburger, salsicce e purè (bangers and mash) o fish and chips, alcuni dei tradizionali ‘cibi da pub’. E questo vale anche per i milioni di turisti che ogni anno visitano il Regno Unito da tutto il mondo.
Da quando vivo in Inghilterra, il pub è il mio posto preferito per cenare o incontrare amici. Ormai, sono rare le volte in cui io e mio marito andiamo a mangiare in un ristorante.
Anche se oggi i pub sono molto diversi rispetto a 60, 40 o anche solo 20 anni fa, io adoro l’atmosfera che ancora si respira in questi locali carichi di storia e di anni, dai nomi stravaganti e in cui si mangia in pesanti tavoli di quercia, spesso circondati da travi di legno ricurve, pavimenti scricchiolanti e camini scoppiettanti.
In pochi altri posti ci si sente davvero in Inghilterra più che in un pub di campagna in cui i cani scorrazzano liberi tra i tavoli e nell’aria si sente l’aroma pungente della birra alla spina, l’odore del legno fumante e le risate degli altri avventori.

Ma quanti sanno cosa significa la parola ‘pub’ e quali sono le origini storiche di queste istituzioni così tipicamente britanniche?
Il ruolo del pub nella società britannica
Il pub è un'autentica istituzione nel Regno Unito.
La sua fama nel mondo è dovuta principalmente al ruolo cruciale che i pub hanno avuto nella vita sociale del popolo britannico - un ruolo che è andato ben al di là della loro funzione strettamente commerciale.
Il pub, infatti, non è solo un luogo in cui è possible gustarsi una pinta di ale, la tipica birra britannica, senza gas e dal sapore ricco e fruttato, o mangiare il Sunday Roast (l'arrosto di manzo o maiale) con gli Yorkshire puddings, il tradizionale piatto domenicale inglese, ma anche un centro di aggregazione sociale, un posto dove le persone si ritrovano per fare due chiacchiere, discutere e coltivare relazioni.
Nei villaggi inglesi in particolare, i pub sono ancora oggi il cuore della comunità e svolgono un ruolo molto importante nella vita locale, al punto da essere chiamati ‘local’ più che col loro nome.

Da dove deriva la parola ‘pub’?
La parola pub è l’abbreviazione di Public House, ossia un locale pubblico dotato di licenza che serve bevande alcoliche all’interno dei suoi locali, in particolare la birra, in cui è quasi sempre possibile mangiare e, spesso, pernottare.
Un po’ di storia
L’origine dei pub inglesi risale ai tempi dell’invasione romana.
Quando, nel 43 D.C., le legioni dell’Imperatore Claudio invasero quella che allora era chiamata la Britannia, oltre a costruire strade e forti, costruirono anche le cosiddette tabernae, o taverne, cioè locali aperti al pubblico che vendevano vino e cibo, create principalmente per dissetare e offrire ai soldati in viaggio lungo le infinite strade dell’impero un posto in cui divertirsi in compagnia dei loro commilitoni e dei civili del posto.
Col tempo, queste taverne iniziarono a vendere anche la ale, che già allora era la bevanda prodotta dalle varie popolazioni britanniche.
Resti di tabernae sono presenti in tutta l’Inghilterra attorno ai centri di insediamento romani. Io ho avuto modo di vederne una nell’insediamento civile (Vicus) che si sviluppò attorno al forte di frontiera di Vindolanda, nella contea del Northumberland, quando ho completato il cammino che attraversa l’Inghilterra del Nord da una costa all'altra lungo il percorso dell’antico Muro di Adriano (Hadrian’s Wall Path).
Con l’arrivo degli Anglo Sassoni al termine della presenza romana in Britannia nel 400 D.C., le tabernae romane si trasformarono in alehouses (cioè ‘case dell’ale’) e diventarono sempre piu’ popolari, al punto che, nel 969 D.C., re Edgar fu costretto a emanare un decreto in cui stabiliva che non poteva esserci più di un’alehouse per villaggio. Sempre Edgar introdusse anche un’unità di misura conosciuta come “the peg”, cioè il piolo, per limitare il consumo massimo di alcool che una persona poteva bere – un problema, quello dell’eccessivo consumo di alcool, che evidentemente era già grave all’epoca degli anglosassoni!
Da questa decisione, presa da un re anglosassone oltre mille e duecento anni fa, sembra abbia avuto origine l’espressione inglese “to take someone down a peg or two”, che significa far abbassare la cresta a qualcuno, anche se il collegamento non è certo.
All’epoca di Edgar e per molti secoli successivi, nelle taverne e nelle case della birra (alehouses) si andava per mangiare e bere, mentre le locande, dette 'inn' e ubicate lungo le principali vie di comunicazione, offrivano ai viaggiatori un posto in cui dormire.
Il nome ‘pub’ iniziò progressivamente a sostituire quello di alehouse a partire dal regno di Enrico XVII, alla fine del 1400.
Il termine diventò sempre più popolare durante i regni di suo figlio, il famigerato Enrico VIII (quello delle sei mogli e dello scisma dalla Chiesa Cattolica) e dei tre figli di quest'ultimo: Edoardo VI, il re bambino, morto a soli 16 anni, Mary I, soprannominata Bloody Mary (Maria la Sanguinaria) per la sua implacabile persecuzione degli anglicani e la Regina Elisabetta I.
Il 1552 fu un anno importante nella lunga storia del pub. Proprio quell’anno, infatti, durante il regno di Enrico VI, venne approvata una legge che, per la prima volta, richiedeva ai proprietari di un’alehouse o di una 'tiplinghouse' (da tipling, liquore in inglese) di avere una licenza per poter gestire il locale.
La legge venne introdotta per limitare i problemi alla pace sociale causati dall’eccessivo consumo di alcool. Dava il potere ai Justices of the Peace, i Giudici di Pace che gestivano l'amministrazione locale in nome del re di rilasciare le licenze per Public Houses e di scegliere i titolari in base alla loro capacità di limitare il problema dell’ubriachezza molesta, che evidentemente aveva assunto proporzioni allarmanti.
Del resto, in base a un censimento ordinato dal Governo, nel 1577 in Inghilterra c’erano 17,959 locali che vendevano bevande alcoliche, di cui l’86% alehouses (pub), il 12% inn e il 2% taverne – circa 1 pub ogni 142 persone, considerata la popolazione dell’epoca!
L'avvento dell'era delle carrozze e l’incremento della mobilità sociale segnò l’inizio di un’altra era per i pub.
Coach Inn (Taverne per le Carrozze) vennero infatti costruiti lungo strade strategiche per offrire ai viaggiatori non solo cibo e bevande, ma anche un posto sicuro in cui dormire e cambiare i cavalli per continuare il viaggio.
I viaggiatori all’epoca erano di due tipi: quelli che viaggiavano dentro la carrozza, e quelli che la guidavano o garantivano la sicurezza del viaggio. I primi erano quelli a cui veniva riservato il benvenuto più caloroso ed erano ammessi nelle sale private destinate al pranzo, mentre i secondi potevano al massimo sedersi e mangiare al bar pubblico.
I Coach Inn, anche quelli più piccoli, riflettevano rigorosamente questa rigida distinzione sociale, e per questo motivo erano divisi in stanze riservate alle varie classi sociali di viaggiatori e avventori.
Questa distinzione sociale ovviemente non esiste più – a partire dal secondo dopoguerra, e in particolare dalla fine degli anni '60, le divisioni interne sono state rimosse e chiunque è benvenuto nei circa 31 mila pubs che esistono oggi in Inghilterra e Galles.
I pub sono diventati nel tempo proprio un sinonimo di abbattimento delle gerarchie sociali che, invece, per alcuni aspetti, ancora persistono in altri ambiti della società inglese.
Successive leggi hanno poi affrontato e regolamento altri aspetti centrali della vita dei pub, dagli orari di apertura e chiusura, all’ora dell’ultimo giro di birra (attualmente le 23.30 da lunedì a giovedì, mezzanotte e mezza il venerdì e il sabato e le 23 la domenica), le chiusure domenicali (prima obbligatorie, oggi rimosse) e l’età minima per servire alcolici (18 anni, che scendono a 16 se accompagnati da un pasto caldo in presenza di almeno un adulto).
Il pub oggi

I pub hanno vissuto un’autentica trasformazione a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Una trasformazione che è tuttora in corso e di cui non è facile immaginare l’esito finale.
Vista la loro centralità nella vita e nella psicologia degli inglesi, si può legittimamente affermare che l’evoluzione del ruolo dei pub è uno specchio dei profondi cambiamenti che sono si sono verificati negli ultimi 50 anni nella società britannica.
Per secoli, nei pub si andava soprattutto per bere e socializzare, più che per mangiare.
La frequentazione era molto più regolare, nel senso che le persone andavano sempre nello stesso pub, il loro ‘local’ e più o meno agli stessi orari – di solito alle 18:30, subito dopo aver cenato a casa – e restavano fino all’orario di chiusura.
Tutti si conoscevano, interagivano, e avevano piacere di passare un pò di tempo dopo una dura giornata di lavoro con persone familiari che, in molti casi, erano anche amiche.
I pub erano per lo più gestiti e di proprietà di persone del posto, ed erano luoghi di autentica aggregazione sociale, oltre che imprese commerciali.
In questo senso, si può dire che la cultura tradizionale dei pub era un riflesso di quello spirito di comunità che per secoli è stato (e, almeno nei villaggi, ancora oggi è) una componente fondamentale della cultura sociale inglese e britannica.
Come mi ha detto una volta un paziente in ospedale, al pub si andava per bersi una pinta di birra (anche due o tre…), giocare a freccette, magari ascoltare musica da vivo e intavolare una bella discussione (a volte anche una sana litigata!) sulla squadra del cuore o sulle prossime elezioni politiche, non certo per cenare.
Tutto questo ha iniziato a cambiare a partire dagli anni 60 e 70 e ha vissuto un’accelerazione negli ultimi vent’anni, fino a portare alla situazione attuale, in cui l’elemento cibo è diventato nettamente predominante in quasi tutti i pub e ha spinto sempre più ai margini la tradizionale componente del bere.

Oggi ci sono molti meno pub – nel 1960, i pub nel Regno Unito erano piu’ di 75.000, ma il numero è crollato a partire dagli anni '80, con cali particolarmente accentuati tra il 2005 e il 2015 e, naturalmente, dopo la pandemia del 2020-2021.
Anche se il concetto di ‘local’ è ancora presente, soprattutto (ma non solo) nei villaggi della campagna inglese, le persone tendono a frequentare pub diversi e ci vanno soprattutto per mangiare, finendo per trovarsi seduti vicino a perfetti sconosciuti – una situazione che era alquanto inusuale negli anni ’70 e molto rara fino agli anni ’60.
I fattori di natura socio-economica che hanno contribuito a questa svolta sono molti: la concentrazione della proprietà dei pub nelle mani delle grandi birrerie industriali, le quali tendono a imporre ai gestori dei pub (i cosiddetti ‘publicans’) prezzi esorbitanti e proibitivi quantitativi minimi di birra da acquistare al di là della domanda effettiva del mercato; i cambiamenti nella cultura del bere, ed in particolare il costante calo dei quantitativi medi di alcool consumati dagli inglesi; la diffusione della televisione nelle abitazioni private, che ha eliminato la necessità di andare al pub per guardare il telegiornale o seguire le partite di calcio o di rugby al di là del piacere di assistere a questi eventi in compagnia di altre persone; l’aumento degli affitti e delle tasse locali sulle attività commerciali che, unito al calo generalizzato del consumo di alcolici, rende spesso insostenibile la gestione dei pub e sempre piu’ difficili da resistere le sirene dell’industria delle costruzioni, che punta a trasformare i vecchi pub in molto più remunerativi edifici residenziali; i controlli sempre più severi contro la guida in stato di ebbrezza e, più in generale, l’aumento significativo del costo medio di una pinta di birra – due cambiamenti fortemente influenzati dalle scelte politiche dei vari governi che si sono succeduti alla guida del Regno Unito nel corso degli ultimi trent'anni e che hanno reso il pub un’opzione molto meno interessante come luogo di socializzazione rispetto al passato, soprattutto per i giovani.
Quale che sia la ragione (o le ragioni) di questo cambiamento, i pub assomigliano sempre più a ristoranti o, soprattutto a Londra, a locali per turisti, e sempre meno al vecchio ‘local’ di una volta.
A partire dagli anni ’90, a questa evoluzione è stato dato addirittura un nome – gastropub, cioè pub che offrono menu ricercati, spesso espressione di cucine diverse da quella inglese e selezioni di vini da far invidia a quelle di ristoranti stellati. Anzi, i pub stessi hanno cominciato a sfoggiare le stelle: 21 pub in UK vantano oggi una stella Michelin e uno, l’Hand and Flowers di Marlow, una pittoresca cittadina nel Buckinghamshire, addirittura due stelle!
Il ruolo fondamentale dei pub di campagna
Tutto questo, però, è vero soprattutto nelle città.
Nei villaggi, i pub di campagna continuano a svolgere una fondamentale funzione aggregativa per la comunità locale.
Pur offrendo quasi sempre cibo di grande qualità cucinato da chef esperti che utilizzano prodotti freschi ‘a km zero’, i country pub hanno mantenuto gran parte del fascino tradizionale dei vecchi pub di una volta, non solo negli arredi e nel decor.
Nei villaggi, al pub si va ancora per incontrare gli altri ’villagers’, per fare due chiacchiere in compagnia gustandosi una birra, una pinta di sidro o un gin and tonic al bancone del bar o nel 'beer garden', cioe' lo spazio all'aperto che si trova in quasi tutti i pub dei villaggi, per guardare insieme la partite di rugby del Sei Nazioni o della nazionale inglese di calcio o per partecipare al pub quiz, il gioco a punti simile a Trivial Pursuit in cui varie squadre si sfidano rispondendo a domande su argomenti di vario tipo. La Quiz Night si tiene una sera alla settimana in quasi tutti i pub di campagna , di solito dopo cena.

Il legame tra i villaggi e il loro 'local' è talmente profondo che, in alcuni casi, le comunità locali si sono addirittura mobilitate per evitarne la chiusura acquistando la licenza e gestendo il pub in modo condiviso e democratico.
Secondo la Plunkett Foundation, l’associazione che aiuta a gestire i community pub, i pub di proprietà delle comunità locali in Inghilterra all’inizio del 2024 erano 174. Ce ne sono alcuni anche in Hampshire, la contea in cui vivo, e funzionano benissimo.
Come spiego nel mio blog sulla storia dei villaggi inglesi, un villaggio in Inghilterra non può veramente definirsi tale senza il suo pub, quindi ha senso che gli abitanti dei villaggi scendano in campo per difendere il loro 'local' quando i proprietari commerciali falliscono!
Il futuro del pub
È molto difficile fare previsioni su come saranno i pub inglesi tra 20, 30 o 50 anni. Come è sempre avvenuto nel corso degli ultimi 1000 anni, è molto probabile che la loro evoluzione seguirà i cambiamenti che interverranno nella società britannica, di cui sono una componente costitutiva fondamentale. E prevedere il futuro della società in un'era di tumultuosi cambiamenti tecnologici e culturali è un'impresa davvero ardua!
Un elemento, però, appare certo:
il futuro dei pub, soprattutto quelli di campagna e dei villaggi, ruota sempre più attorno al concetto di qualità.
Qualità che nei pub si declina in tanti modi: qualità del cibo e dei prodotti, qualità e varietà della birra, spesso prodotta in zona da piccole birrerie artigianali locali, qualità e innovatività dei menu pur nel rispetto della tradizione, qualità degli arredi senza compromettere il carattere e la storia di queste realtà cosi affascinanti.
La rinascita di tante piccole birrerie artigianali, che producono ottime ale con malto locale e si pongono in diretta concorrenza ai grandi gruppi industriali nel nome della genuinità e della sostenibilità, va proprio in questa direzione e fa sicuramente ben sperare.
Curiosità
Secondo Historic England, l’ente pubblico che gestisce il patrimonio storico inglese, il pub più antico ancora in funzione in Inghilterra è il The George Inn di Norton St Philip, nel Somerset, la cui struttura originaria risale della fine del 1300. Altri pub sfoggiano date di costruzione ancora più vecchie – alcune risalenti addirittura al periodo anglosassone! – ma in quasi tutti i casi le prove portate a sostegno di queste affermazioni non sono verificate o sono palesemente inaffidabili quindi ho evitato di inserirle in questo blog.
Il pub più alto della Gran Bretagna è il Tan Hill Inn. Si trova nello splendido parco nazionale delle Yorkshire Dales a 528m. Non è molto, ma l’Inghilterra è notoriamente un paese con tante belle colline verdi e ondulate ma priva di vere montagne. Se passate da quelle parti, ve lo consiglio. È un pub storico che risale al diciassettesimo secolo, conosciuto per la sua calda atmosfera, il cibo tradizionale e la buona musica dal vivo.
Il pub più piccolo in Inghilterra è il The Nutshell di Bury St Edmunds, nel Suffolk. Con un bar che misura solo 4.5 metri per poco piu di 2 metri, le mura e il soffitto coperti da foto storiche, banconote provenienti da tutto il mondo e cimeli militari, è davvero un posto particolare in cui gustarsi un birra con (pochi...) amici!
I pub hanno notoriamente nomi stravaganti (Hare and Hounds, La Lepre e i Segugi, Rose & Crown, la Rosa e la Corona, The King’s Head, la Testa del Re) e bellissime insegne di legno colorate con immagini che descrivono il significato del nome. Questo fatto lo si deve a una legge introdotta nel 1377, che imponeva ai gestori di alehouses e taverne di esporre il nome dell’attività in modo da consentire agli esattori delle tasse reali di individuarle più facilmente. Siccome la stragrande maggioranza della popolazione allora non sapeva né leggere né scrivere, si pensò di utilizzare immagini di animali o insegne araldiche reali che potevano essere facilmente compresi da chiunque.

Il nome piu’ comune per un pub in Inghilterra è Red Lion, il Leone Rosso. Il nome è legato a John of Gaunt, il terzo figlio di Re Edoardo III, nel cui simbolo araldico appariva appunto un leone rosso. Nella metà del 1300 molti scelsero questo simbolo per evidenziare il loro sostegno a questo importante principe di sangue reale, che, pur non diventando mai re, fu il capostipite indiretto della futura dinastia Tudor tramite uno dei suoi numerosi figli illegittimi.
Per gli amanti del paranormale, infine, uno dei pub più ‘infestati’ in Inghilterra è il The Ancient Ram Inn, a Wotton-under-Edge, un villaggio vicino a Tetbury, nei Glocestershire Cotswolds. Secondo la proprietaria, Caroline Humphries, una serie di fenomeni inspiegabili si ripetono regolarmente in questo vecchio edificio, che ha piu’ di 800 anni: mobili si spostano da soli, porte e finestre si aprono all’improvviso senza che ci sia nessuno nella stanza. Il pub è famoso per questo, e, inutile a dirsi, è spesso tutto esaurito, con persone che prenotano un pernottamento 'da brividi' provenienti da tutto il mondo.
A voi piacciono i pub inglesi? Ci siete mai stati? Se si, cosa vi affascina maggiormente di questi locali così tipicamente britannici? Fatemelo sapere nei commenti.
Bellissimo articolo grazie!